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Perché i sogni non si raccontanto





Più volte capita che persone conosciute al di fuori del contesto lavorativo, venute al corrente della mia professione, sentano l’esigenza di raccontarmi i propri sogni, chiedendomene una subitanea interpretazione.
Magari ci si trova in compagnia di fidanzati, familiari e/o amici, in un contesto pubblico e affollato.

Ebbene, permettetemi di dire: non funziona così.

I sogni non si possono violare in questo modo.
Essi rappresentano la parte più intima di noi stessi. Sono l’accesso diretto al nostro inconscio.
Custodiscono segreti spesso inconfessabili e che nemmeno conosciamo.
Perché consegnarli alla mercé di chiunque?
Dobbiamo invece proteggerli e imparare a interpretarli con cautela e rispetto, perché è di noi stessi che stiamo parlando.

La funzione di base del sogno è quella di scaricare la tensione nervosa, tramite una sorta di “allucinazione sana” che ha lo scopo di appagare i nostri desideri profondi.

Se nel bambino è più facile rintracciare questa matrice (i bambini di solito sognano di giocare, essere coccolati e mangiare cose buone), nell’adulto la maggior parte dei desideri risulta incompatibile con i dettami della società, con la nostra vita relazionale e con l’idea che abbiamo di noi stessi; pertanto viene “censurata”.

Il primo passo per conoscere il significato di un sogno consiste allora nel non soffermarsi solo su ciò che si ricorda (contenuto onirico manifesto) né su ciò che si prova al momento e del risveglio (gioia, paura, disgusto, rabbia, ecc).
Il vero significato del sogno è in ciò che ne ha prodotto la rappresentazione stessa: la sua forza motrice, la sua vera natura (contenuto onirico latente).
Ecco perché nell’adulto il significato reale del sogno non corrisponde mai a quello manifesto.

Se ben utilizzati, i sogni possono ispirare e orientare le nostre azioni. Possono condurci verso l’individuazione della nostra vera identità.

In ambito psicologico clinico, essi rappresentano un valido ausilio per prendere coscienza dei propri bisogni e desideri, entro un contesto protetto e lungo un percorso di crescita personale e autorealizzazione.

Se male utilizzati, rischiano invece di rivelare, inutilmente e inopportunamente, dettagli sui nostri impulsi sessuali, aggressivi, sadici, masochisti, omicidi, suicidi, trasgressivi, incestuosi, omosessuali, omofobi, xenofobi, misogini, feticisti, esibizionisti… e così via (l’elenco sarebbe davvero lungo).

Tali impulsi sono evidentemente incompatibili con l’IO, pertanto vengono censurati e trasformati in contenuti più accettabili per la nostra coscienza, che andranno a comporre quella che diventerà la trama del sogno (contenuto manifesto).
Al nostro risveglio potremmo “non vedere niente di male” nei contenuti che ricordiamo, così come potremmo provare emozioni fuorvianti rispetto agli stessi. Mentre il vero contenuto emotivo, censurato e ben nascosto, se ne sta lì mascherato.

A questo punto sarà chiaro che, anche se nel sogno ha assunto la forma di un contenuto apparentemente “innocente”, un desiderio inconscio censurato sarà verosimilmente censurabile anche per le persone che abbiamo accanto.

Pensateci bene, dunque, prima di annunciarlo con voce squillante dentro un ristorante!

Dottor Riccardo Cicchetti