Psicologo Roma Avezzano. Servizio di consulenza psicologica presso gli studi di Roma e Avezzano. Psicologo prenestina, psicologo centocelle, psicologo villa gordiani, psicologo casilina, psicologo roma est, psicologo porta maggiore, psicologo termini

Raccontarsi fa bene alla salute





E’ ormai risaputo che le esperienze traumatiche espongono gli individui ad un più alto rischio di malattia.

Nel corso degli anni diversi studi hanno evidenziato come la tendenza a non parlare delle proprie esperienze di vita più sconvolgenti possa portare ad una forma di inibizione comportamentale.

Mi sono bloccata con gli esami! La prego, mi aiuti!




E’ questo il testo riportato nel modulo di contatto del mio sito web con cui L mi chiede un appuntamento presso lo studio di psicologia ad Avezzano.

L è una ragazza estremamente avvenente e dall’aspetto curato in ogni minimo dettaglio.
All’inizio del colloquio assume una postura fiera e sprezzante, di chi ostenta sicurezza e vuole dimostrare che non ha nulla da temere. Tuttavia l’aspetto appare rigido e innaturale

C'è sempre un'emozione alla base di un comportamento. La storia di P. e C.





P e C, due coniugi non più giovanissimi, hanno un figlio, V, di tre anni, nato dopo sei di matrimonio.
Al momento in cui sono entrati nel mio studio è trascorso all’incirca un mese dal giorno in cui C, sconvolta, ha denunciato P per maltrattamenti nei confronti del figlio, a motivo dei quali il Giudice Minorile ha stabilito il momentaneo allontanamento del padre da casa.
Il clima del primo incontro è di grande tensione

Perché i sogni non si raccontanto





Più volte capita che persone conosciute al di fuori del contesto lavorativo, venute al corrente della mia professione, sentano l’esigenza di raccontarmi i propri sogni, chiedendomene una subitanea interpretazione.
Magari ci si trova in compagnia di fidanzati, familiari e/o amici, in un contesto pubblico e affollato.

Ebbene, permettetemi di dire: non funziona così

Sulla violenza nella coppia




Nel corso di conferenze, seminari, incontri a tema e colloqui in studio, le osservazioni più comuni che mi vengono mosse, quando affronto il tema della violenza nella coppia (meglio nota come “violenza domestica”) vertono principalmente su un unico aspetto:
“Perché la donna non si ribella?”
“Perché accetta tutto questo passivamente?”
“Perché non lo lascia?”
“Perché non si difende?”

L'amore che trascende i bisogni. La storia di K e B





“Buonasera, signor K. Nella sua email richiedeva una consulenza di coppia, come mai è venuto da solo?” domando al signor K.

Lui allarga le braccia sconsolato e in cerca di conforto risponde sospirando:
“Eh… che vuole che le dica, B è fatta così. Arriva sempre tardi agli appuntamenti e non si può fare affidamento su di lei”

“Non siete partiti da casa insieme?”

Condannata per sempre. Il caso di M.





M. è una ragazza di 18 anni. Mi contatta perché ogni sera si ritrova seduta sul letto a piangere, con la sensazione di non riuscire a respirare e con fitte intercostali, accompagnate da un forte vissuto di inadeguatezza, veicolato da pensieri intrusivi del tipo: “Sono malata mentalmente”; “Non sarò mai normale”; “Non avrò mai una vita felice”; “Sono condannata per sempre ad avere una testa che non funziona”.
Inoltre sostiene di avere dei gravi problemi di coppia